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Quelli nostri sono tempi in cui i valori morali sono scomparsi, ridotti,

sconvolti o asserviti al denaro. Oggi, davanti alle banconote d’ogni tipo,

si preferisce “

l’avere piuttosto che l’essere

” e davanti a certe offerte si

cancella ogni sentimento calpestando ogni valore morale o sociale.

E ciò si manifesta in qualunque campo: non parliamo, per l’amor di Dio,

della Politica, ma non solo, del mondo del commercio, dello spettacolo,

del Sociale e dello Sport.

Nell’ambito di quest’ultimo settore, ad esempio, il calcio la fa da padro-

ne. Decine di milioni per l’acquisto del cartellino (ma forse non solo del

cartellino…) d’un giocatore, 7/8 milioni d’ingaggio al giocatore stesso

per una stagione, la riduzione delle tasse, ville, macchine e via così.

E più detti giocatori riescono a spuntare ai Presidenti delle squadre che

sono a loro interessate, più diventano avidi. E si parla di milioni come

fossero noccioline.

Sovente - se sono molto giovani - sono spesso sostenuti, in questo loro

mercanteggiare, dai genitori che li spingono verso verso atteggiamenti

estremi, stregati dall’oro, senza accorgersi di far male ai ragazzi, che

istigati e protetti dai adulti isterici, non riconoscono i loro errori.

Qualche mese fa – tuttavia, e con nostro piacere – è arrivata una noti-

zia edificante da Udine che riguarda il portiere dell’Udinese calcio: Si-

mone Scuffet, anni 17, rivelatosi nello scorso campionato come por-

tiere di grande qualità tecniche in Serie “A”.

Stiamo parlando di un talento sicuro, che con grande probabilità farà

parte della rosa dei 23 del prossimo mondiale in Russia, chiunque sarà

il Commissario Tecnico.

Lo sanno anche all’estero, tant’è che il nome del ragazzo è finito sul

taccuino di vari importanti club calcistici. In particolare, era subito inte-

ressato l’Atletico Madrid, vice campione d’Europa, con una proposta

concreta: 11 milioni di euri all’Udinese e – per il portierino (termine

assolutamente inadatto, considerato che a 17 anni è già alto 1.90m ) un

contratto da 4.5 milioni all’anno, per 5 anni. Signori: scusate tanto!

Una proposta difficile da rifiutare, che dà il capogiro. Un’offerta da co-

gliere al volo? Beh le risposte possono essere due.

SI’

, se una famiglia ha investito tutto il proprio avvenire sul ragazzo, non

aspettando altro da quando cominciò a giocare al calcio.

NO

, se quella famiglia è composta da papà Fabrizio, di professione bi-

dello e da mamma Donatella, casalinga, friulani come ovviamente Si-

more, di un paesino vicino a Udine, che coltivano ben altri valori.

I tre componenti la famiglia Scuffet hanno ringraziato con cortesia ed

apprezzamento per l’offerta prodotta, ma - con altrettanta fermezza -

l’anno rifiutata: Simone frequenta la 4ª ragioneria all’Istituto Zanon di

Udine e gli manca un anno al diploma. E ciò, al momento, è più impor-

tante di una stagione in “Champions League”.

Meglio un altro anno a Udine, dove Simone potrà crescere in un am-

biente familiare - dove “l’ESSERE sembre essere ancora preferito al-

l’”AVERE” - prima di spiccare, quando vorrà e se lo vorrà, il grande sa-

lto e il grande volo.

Negli ultimi anni abbiamo visto troppi giovani (e troppi genitori a soste-

gno) rinunciare alla scuola per molto meno: qualche puntata al “Grande

Fratello), un provino cinematografico, un richiamo di qualche società

sportiva. La lezione di sobrietà, umiltà e saggezza che giunge dalla fa-

miglia Scuffet è, grazie a Dio, una sorta di boccata d’ossigeno, che ci

invita a guardare con fiducia al futuro, per molti uomini in soggezione

dell’Oro e indica una strada nuova nel nostro modo d’agire così decadu-

to ed effimero: prima di essere uomini VIP, bisogna essere uomini.

E, mi sia consentito, mi fa tanto piacere sentire che a percorrere questo

itinerario, forse fuori moda, ma sempre valido, sia una famiglia friulana!

Tra quattro anni basterà un

chip per non fare figli!

Caro, mi passi il telecomando?

” Ecco un tipo di frase che sancisce il

calo del desiderio sessuale.

La verità è che il futuro piomba tra le… lenzuola, poiché a partire dal

2018 sarà in commercio un anticoncezionale femminile che si attiverà

con un telecomando. Come la TV, ma a un solo… canale!

Lo hanno inventato alcuni ricercatori del MIT, in America, e sarà un

microchip da impiantare sotto la pelle, alto lungo 20 millimetri, largo 20

e profondo 7. Conterrà minuscoli involucri che rilasceranno del “Leve-

norgestrel”, cioè la pillola del giorno. Durerà 16 anni

Grazie al telecomando, la donna potrà sciogliere i mini serbatoi e quindi

decidere quando non essere protetta dal concepire.

Addio poesia, cari amici! E se la batteria sarà scarica, la figlia concepi-

ta verrà chiamata: “Batteria” oppure “Scarica”? E se per caso si sbaglia

telecomando e si usa quello della TV si chiamerà “Canale 5”? Ahimé!

________________________________________________________________________________________________________________________________________La Vos dal Fogolâr_______________________

Consoliamoci: non tutto è perduto!

, di Ro. Ro.

La lezione di vita della famiglia Scuffet.