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Osterime

"Osterime" (che sta "per rime in osteria") è il nome di una simpatica iniziativa del gruppo "Poetria" che consiste nel conciliare le osterie con la poesia.

Lo scopo della iniziativa è spiegato nella prima frase che si legge nel depliant di Osterime: "Perché da sempre noi umani per dirci e sentirci facciamo e leggiamo poesie e per lo stesso motivo frequentiamo osterie".

In pratica il programma di Osterime per il 2014 consiste nel trovarsi una volta al mese in una osteria di Verona (ogni volta una osteria diversa) per incontrare le poesie e i poeti.

Mercoledì 7 maggio il programma prevedeva l'incontro alla osteria "Ai piloti" di piazza San Zeno e il tema dell'incontro è stata la poesia friulana contemporanea. L'incontro si è svolto con la collaborazione del Fogolar Furlan di Verona.

I poeti friulani erano Federico Tavan, Pierluigi Cappello, Leonardo Zanier.

Nel corso dell'incontro sono state lette queste poesie:

Poesie di Federico Tavan
No soi
Se fos normal
Da le me bandis
No stéi domandâme ce tanç ans che ài

Poesie di Pierluigi Cappello
La to man
Ce co vorès resta
Assetto di volo

Poesie di Leonardo Zanier
Parcè a mi Signor
San Martin i avevi voia de strengi na dona
Identitât
Mandi Eluana

Pierpaolo Pasolini
È stata letta anche la poesia di Pasolini "O me donzel"

Le poesie in friulano sono state recitate dai soci del Fogolar e in particolare da Maria Fabbri, Paolino Muner, Enrico Ottocento.
La lettura della versione in italiano delle poesie è stata effettuata da membri dell'associazione Poetria non friulani.

     

     

Segue una breve biografia dei tre poeti friulani.
Per ogni poeta c'è il testo di una poesia.

Pierluigi Cappello
È nato a Gemona del Friuli nel 1967, ma è originario di Chiusaforte, dove ha trascorso la fanciullezza. Dopo aver compiuto gli studi superiori a Udine, ha frequentato la facoltà di Lettere presso l’Università di Trieste.
Nel 1999 assieme a Ivan Crico ha ideato, e diretto per diverso tempo "La barca di Babele" una collana di poesia edita dal Circolo Culturale di Meduno, che accoglie autori noti dell’area friulana, veneta e triestina. Attualmente vive a Tricesimo dove scrive e dove è impegnato in un’intensa attività artistica e di diffusione della cultura anche nelle scuole e all'università.
Varie e significative sono le iniziative culturali sviluppate in Friuli che fanno capo a questo poeta, legate alla poesia, alla saggistica, al teatro. Numerosi i premi nazionali vinti con i suoi libri di versi.
Per il "Il me donzel" ha ricevuto i premi Città di San Vito 1999 e Lanciano-Mario Sansone 1999, quest'ultimo ex aequo con Bianca Dorato.
Con "Dittico" che comprende poesie inedite in friulano e in italiano, ha vinto il Premio Montale 2004.
Nel 2006 ha pubblicato quasi tutte le raccolte delle sue poesie nel libro "Assetto di volo". Per questo libro ha vinto il Premio Nazionale Letterario Pisa; il Premio Bagutta 2007 sezione Opera Prima, il Superpremio San Pellegrino 2007, il Premio Speciale della Giuria "Lagoverde 2010".
L'ultimo libro di poesie, "Mandate a dire all'imperatore" è stato pubblicato nel 2010.





La tô man
La tô man, lassile lâ su la mê
piel, vien donje che il ben ch’al nas viodinti
viondinti al cres tal lustri dai tiei vôi
tal cûr dai miei vôi, amôr,
ven chì siben che umôr
amôr no sai ce ch’al confont,
i cjavêi ch’a ti petenin l’arc da la schene nude
come la veretât cence vergogne
o il jessiti achì
vite in vite che s’imburìs in vite
cjâf cun cjâf cjavêl cun cjavêl
cjar sanc semence par te
maduride d’amôr cul madurî de lune
cressude in me par madurî l’amôr;
ven chì
ch’o volarès par te la peraule plui alte
alte in chest maltimp d’unvier
come il prin crît de primevere crude
ma tu ven chì distès, la veretât e je intai fruts,
cjar incandive.



Leonardo Zanier
È nato a Maranzanis di Comeglians nel 1935. Vive a Zurigo.
Sindacalista, ha pubblicato numerosi saggi e libri di poesie, tra i quali:
Confini
Cjermins
Grenzsteine
Melniki (Forum, 2004)
Marcinelle
Vajont
Cernobyl (Ediesse e Circolo Menocchio 2006)
Il càli (Kappa Vu, 2012)





Mandi Eluana
Oh Eluana tegninsi pa man
Cença la poura di slontanâsi mai
Da zoca ch’a vai e ch’i vai
La to sfracassada vita la difindevin chei
Ch’a àn distacât la spina a milions di cerviêi
Lucits in salût fuarts libers contents biei
Basta pensâ al Menocchio e ai siei
As tantas Mabiles brusadas ridotas scjernum
Ai fantats trats in gueras finîts paltan tal paltan
Mandi Eluana mandi Eluana
Cuissà ce che inmò a inventaran
Par stânus sul cjâf tra vuê e doman
A tancj di lôr la to vita no interessava gran
Mancul che a un mierli un bar sec di ledan
Ma sôl i interes i bêz il podê e no chei ch’a rìvin a chì par fan

Oh Eluana teniamoci per mano
Senza la paura di allontanarci mai
Dal ceppo che piange che piango
La tua distrutta vita la difendevano quelli
Che hanno staccato la spina a milioni di cervelli
Lucidi sani forti liberi contenti belli
Basta pensare al Menocchio e a quelli come lui
Alle tante streghe bruciate ridotte a strame
Ai giovani buttati nelle guerre diventati fango nel fango
Addio Eluana addio Eluana
Chissà quello che ancora inventeranno
Tra oggi e domani per starci ancora addosso
A tanti di loro la tua vita non interessava affatto
Meno che a un merlo una zolla secca senza vermi
Ma gli interessi sì i soldi sì il potere sì e non la vita di chi per fame arriva qui




Federico Tavan
Nato ad Andreis, piccolo paese di montagna nella Valcellina il 5 novembre 1949
Morto ad Andreis il 7 novembre 2013.
Ha studiato al collegio Don Bosco, dove ha imparato a leggere e a scrivere a 13 anni, dopo la morte della madre. È in quel periodo che ha avvertito le prime crisi psichiche. Nel 1967 ha ricominciato le scuole medie pubblicando su giornali underground e sul bollettino parrocchiale fino all’incontro con circolo culturale Menocchio.
Sempre precario e in balia della malattia, ha realizzato una poesia piena di lampi e di vita interiore. Tavan viveva ed era curato presso una struttura sanitaria di Maniago. Tavan è stato il cantore apprezzato da illustri letterati (Claudio Magris, Franco Loi, Giovanni Tesio, Carlo Ginzburg) della poesia in friulano.
Con Decreto del Presidente della Repubblica, in data 28 novembre 2008 è stato concesso un assegno straordinario vitalizio a favore del poeta a seguito del quale è tornato a stabilirsi ad Andreis.
È morto nel sonno nella sua abitazione di Andreis nel novembre 2013 due giorni dopo il suo sessantaquattresimo compleanno.





No stéi domandâme ce tanç ans che ài
Ài i ans
de Pasolini e Leopardi
del passero solitario
e de Silvia
dei fugulins
ch’i no clarìs pì
al cjant dei crics.
Ài i ans
de un nin
che la mestra
à trat davour la lavagna
parceche al era
cjatif e brut.
Ài i ans
de un Jesu Crist
ch’a no’l puarta
nissun lare
in paradis
de una carecja
de un vaî sutil
de un acuilon
sbregât dal vint.
Ài i ans
de una riduda
de un gjat
pecjacât
dai compagns de zouc
d’un ospedâl
a catordes ans
e d’una mare
ch’a resist
de un par cui nasce
al éis comunque biel.

Non chiedermi quanti anni ho
Ho gli anni di Pasolini e di Leopardi, del passero solitario e di Silvia, delle lucciole che non rischiarano più il canto dei grilli.
Ho gli anni di un bambino che la maestra ha cacciato dietro la lavagna perchè era brutto e cattivo.
Ho gli anni di un Gesù Cristo che non porta nessun ladro con sé in paradiso, di una carezza, di un pianto leggero, di un aquilone strappato dal vento.
Ho gli anni di un sorriso, di un gatto preso a calci dai compagni di gioco, di un ospedale a quattordici anni e di una madre che resiste, di uno per cui nascere è comunque bello.

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