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La gita in Friuli del 19-20 settembre 2009

Alla scoperta di abbazie, borghi, ville in Friuli

Articolo di Mara Brunetta - Foto di Antonio Brunetta


Le note del redattore e le didascalie delle foto sono del sempre più perfido "redattore" Roberto Rossini.

L'articolo è stato pubblicato su "La Vos dal Fogolar"

Siamo partiti con un bel gruppo di soci del Fogolar, alla volta del basso Friuli. Prima tappa a Sesto al Reghena, che deve il suo nome alla sesta pietra miliare dell'antica via romana e al fiume Reghena che l'attraversa. Qui una guida ben preparata ci ha illustrato il complesso dell'Abbazia di S.Maria in Silvis e le sue origini.

L'Abbazia di S.Maria in Silvis
L'antico monastero benedettino fu costruito nella prima età dell'VIII secolo dai monaci che seguivano la regola del fondatore dell'Ordine: "Ora et labora". Più tardi tre monaci longobardi: Erfo, Marco e Anto lo resero più grande e prospero donando all'abate del tempo tutti i loro averi. Un'invasione degli Ungheri, però, lo distrusse completamente ed oggi rimangono solo alcuni ruderi delle fondamenta.
L'opera di ricostruzione avvenne tra il 960 e il 965 ad opera dell'abate Adalberto. L'abbazia divenne potente e si dotò di un castello medioevale con fossati e torri. Oggi, delle sette torri ne sono rimaste solo due: il torrione detto "del ponte levatoio" e la "Torre Vedetta" attuale campanile della chiesa.
Il lungo porticato dell'abbazia antistante la chiesa presenta un soffitto ligneo decorato. Alle pareti una serie di affreschi della scuola di Giotto raffigura il paradiso con tutti i santi e l'inferno con le diverse forme di tortura riservate ai dannati. Sopra il portale d'ingresso S.Michele Arcangelo pesa e separa le anime dei morti in base ai loro meriti. (Ndr: poveri soci del Fogolar, se fossero vissuti a quei tempi...!)
Un altro interessante e curioso affresco rappresenta l'incontro di tre cavalieri vivi che vedono tre bare contenenti le loro...  salme in diverso stato di decomposizione a significato della proiezione futura dei loro corpi.
La struttura interna della chiesa ricorda, in parte, l'abbazia veronese di S.Zeno. Il corpo centrale è suddiviso in tre navate; alla fine di quelle laterali, due larghe gradinate portano al presbiterio. Tutte le pareti dell'abside sono decorate con affreschi di scuola giottesca: la nascita di Cristo, l'incoronazione della Vergine e l'albero della vita, scena simbolica proveniente dalla mistica francescana con Cristo crocifisso ad un grande albero di melograno. L'albero è sovrastato da un pellicano che si strappa le carni per nutrire i suoi piccoli. Alla fine dei rami i Profeti preannunciano la nascita del Messia.
Mentre ci allontanavamo da piazza Castello, la torre campanaria ci salutava con i suoi rintocchi mentre alcuni scoiattoli saltellavano sui prati.

     
Il castello di Sesto al Reghena. In primo piano si intravede il signor Montolli che sembra dire: "ma quando se magna..."

     

     

     

     

     

     

     

     

     


Il gruppo dei gitanti con una sconosciuta dissenziente sulla destra.

La "griglia mista"
Arrivati a Cordovado abbiamo visitato un grazioso borgo medievale. Al suo ingresso un maestoso platano centenario faceva ombra al monumento ai caduti di tutte le guerre. Il borgo, ancora ben conservato, è considerato tra i borghi più belli d'Italia.
Affamati e contenti, siamo quindi arrivati a Flambruzzo di Rivignano, al ristorante "Al fiume", situato all'interno di un'ampia ansa del fiume Stella. Qui, sistemati all'aperto, abbiamo potuto gustare una splendida e pantagruelica "griglia mista" (Ndr: detta anche... alla più non posso!) accompagnata da buon vino.
Nel primo pomeriggio abbiamo tentato di digerire, passeggiando tranquillamente tra verdi prati lussureggianti, filari d'uva matura e risorgive in uno straordinario paesaggio di natura incontaminata.

     

     

     

     

     

     

     
I signori Muner, dopo un consistente pasto. "Mi butto o non mi butto e la faccio finita?" dice lui.
"Ma dai" risponde lei "con quello che hai mangiato e bevuto inquineresti queste chiare, fresche e dolci acque… e poi darebbero la colpa al Fogolar".

Villa Manin
Più tardi ci siamo spostati a Passariano, dove si trova la maestosa Villa Manin, una delle più importanti ville venete della Regione. E' un grandioso e splendido complesso della seconda metà del Settecento, dimora in terra friulana dell'ultimo doge di Venezia.
Il sontuoso edificio, ora sede del Centro d'Arte Contemporanea, è fiancheggiato da due ampie barchesse che racchiudono un grande prato, mentre di fronte l'ampia esedra del corpo principale termina con due torri.
La giornata si è conclusa con una raffinata cena servita dall'albergo "Ai gelsi" dove abbiamo trascorso la notte.

     
Il magnifico frontespizio di Villa Manin. In primo piano una… coppia sconosciuta.

     
Tutto in famiglia....Mara ha scritto l'articolo e Antonio ha fatto le foto.

     

     

     

     

     

L'Abbazia di Rosazzo
La domenica abbiamo raggiunto l'Abbazia di Rosazzo, che si erge sui colli orientali del Friuli, a cavallo di strade che un tempo godevano di notevole importanza strategica.
L'abbazia fu fondata dall'eremita Alemanno. E' stata più volte distrutta a seguito di terremoti ed invasioni di barbari e più volte ricostruita e restaurata. Ora è un luogo di riti spirituali, di mostre e di convegni culturali.
All'interno dell'abside gli affreschi raffigurano scene della vita di Gesù: la chiamata di Pietro, la trasfigurazione sul monte Tabor, la pesca miracolosa e, sul soffitto, i simboli dei quattro evangelisti.
In una cappella laterale è rappresentata la Crocifissione che viene attribuita al pittore veronese Francesco Torbido. Il dipinto risente dell'influenza artistica del Parmigianino. Buona parte degli affreschi è stata portata alla luce grazie ad una serie di restauri effettuati dopo il terremoto del 1976.
All'esterno dell'Abbazia sorge l'elegante chiostro. Dal suo belvedere si gode una splendida veduta sulle colline circostanti, intensamente coltivate a vigneto. Il sentiero delle rose vanta un centinaio di varietà, alcune molto rare come la "rosa selvatica di Rosazzo" che - grazie al microclima favorevole della zona - fiorisce anche d'inverno.

     

     

La cantina dell'Abbazia
Un enologo ci ha accompagnato nella cantina sotterranea dell'Abbazia. E' la cantina più antica del Friuli. Fu utilizzata dai benedettini e poi dai domenicani ed impiegata, per un certo tempo, anche come cella del carcere.
La temperatura e l'umidità dell'ambiente sono ottimali. Infatti il muro sotterraneo esposto ad est lascia passare l'umidità del terreno mentre quello esposto ad ovest risulta estremamente asciutto: condizioni favorevoli alla maturazione dei vini.
I tre vini autoctoni sono: il Pignolo rosso, la Ribolla bianca, il Picolit che è un vino bianco da dessert. Dal 1982 la cantina fa maturare il vino in botti di rovere francese. Poiché le uve rosse di Rosazzo sono estremamente ricche di tannino, il vino deve subire due passaggi in botti di rovere e quindi decantare in "meditazione" in botti di acciaio fino all'imbottigliamento.
La cantina mira solo all'eccedenza della produzione. Nelle annate di eccessiva siccità o piovosità, il vino ottenuto - non essendo di ottima qualità - non viene commercializzato come DOC.
Dopo la degustazione della favolosa Ribolla bianca e del Friulano (cioè in nostro ex Tocai) molti dei partecipanti si sono fatti una prima scorta di confezioni-souvenir da portare a Verona.

     

     
Due soggetti in stile "Haway" ripresi dopo la fase… "svuotamento bottiglie".


I castelli di Strassoldo
Attraversato Rivignano, Aiello, Manzano ed ammirato il colossale monumento alla sedia, siamo giunti al castello dei conti Strassoldo, accolti da un festoso concerto di campane suonate da abilissimi campanari.
La giovane e simpatica contessa che ci ha accolti, ci ha accompagnati attraverso le stanze dove, tra mobili, poltrone, specchi e camini erano esposti i ritratti dei suoi austeri antenati. Durante la visita ci ha edotti sull'origine dell'antico maniero, costruito con i ruderi di Aquileia distrutta da Attila.
Nato come un maniero unico a due torri, si è poi trasformato in "castello di sopra" e "castello di sotto" sviluppati ciascuno attorno ad una torre. Il castello di Strassoldo è uno dei pochi ad essere ancora abitato dalla famiglia, che lo fece costruire più di mille anni fa.
Il territorio, fino alla metà dell'Ottocento apparteneva alla grande e famosa famiglia degli Asburgo. Proprio qui fu celebrato il matrimonio tra la contessa Francesca Romana Strassoldo ed il Feldmaresciallo Johann Radetzky conte von Kadetz.
Da alcuni anni ospita eventi particolari come concerti, congressi, matrimoni, pranzi e visite di turisti.

     

     


A fine visita ci siamo recati all'agriturismo Sangallo dove abbiamo consumato un abbondante pranzo. Ci siamo poi diretti alla cantina Valpanera che produce il ben noto e rinomato vino "Refosco dal peduncolo rosso" premiato al Vinitaly di Verona.
Durante la visita il proprietario ci ha illustrato tutto l'iter produttivo: dalla scelta del terreno fino all'imbottigliamento. La presentazione delle caratteristiche organolettiche delle tre qualità del Refosco - Classico, Superiore e Riserva - si è conclusa con degustazioni ed acquisti, tanto che nel bagagliaio del pullman non c'era più posto!
Il Friuli, in ogni suo angolo, è sempre bello da vedere. Grazie presidente Ottocento!

     

     

     

     

     

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