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Il canto corale secondo David Maria Turoldo e Bepi Sartori


Maria Franco, in occasione delle feste di Natale 2009, ha inviato una simpatica lettera di auguri a tutti i coristi del fogolar furlan. La lettera comprendeva un brano del poeta friulano P. David Maria Turoldo e una poesia in dialetto del poeta veronese Bepi Sartori.


Nulla è più nobile del canto.
Virtù salvatrice di umanità sempre più rara è il cantare.
Per questo quando un popolo canta c'è da sperare ancora.
E sarà perfino inutile disperare quando non si udiranno più canti.
Nulla fonda animi e caratteri quanto un coro, quando è un vero coro;
quanto sentirsi i componenti di un coro: allora l'appuntamento,
il ritrovarsi e il sentirsi presenza necessaria a cantare è come un convenire di innamorati.
Allora il sacrificio diventa spontaneamente gioia e stima per vivere.
                                                                                                             David Maria Turoldo


Quando la strada te fa paura, quando te ciapa la malinconia, se te senti cantar fermete pura!
Te passerè na sera in compagnia, te trovarè de amici un gran tesoro, te capirè cossa vol dir un coro!
Cantar in coro l'è passar qualche ora in alegria, l'è caminar tegnendose par man,
l'è verghe tuti na speransa sola, n'emossion granda che pol capirla solo chi la proa.
Cantar in coro l'è na preghiera butà ne l'aria in alto, verso el ciel, l'è capirse coi oci, star vissini,
butar zo qualche goto in compagnia, volar distante con la fantasia.
Cantar in coro l'è volerse più ben, sentirse uniti, fradei, amici, na fameja sola,
sentarse tuti a la stessa tola, cantar alegri col sol in gola!
L'è ritrovarse insieme contenti e bei dopo na giornada de lavor...
par quei come noantri che se sa contentar l'è tuto el coro!
                                                                                                             Bepi Sartori